lunedì 8 dicembre 2008

La canzone che scrivo per te

Non c'è contatto di mucosa con mucosa
eppur mi infetto di te,
che arrivi e porti desideri e capogiri
in versi appassionati e indirizzati a me

e porgi in dono la tua essenza misteriosa,
che fu un brillio fugace qualche notte fa
e fanno presto a farsi vivi i miei sospiri
che alle pareti vanno a dire "ti vorrei qua"

Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola
Riesci a scorgerti? Si che ci sei,
prima che ti conoscessi

(Ora ho il tuo splendido sorriso da succhiare:
sfavilla di felicità.
L'osservo su dalla tua fronte vanitosa
che ai miei baci ha chiesto la priorità)

Pure frigid waters from these eyes that always miss you
Nothing but violence from my empty gun
I'm using silver to light up these blackheart faces
blinding your fingers with my skin that burns for you

Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola
Riesci a scorgerti? Si che ci sei,
proprio mentre ti conosco

This song is for me
I listen like i promised you
I can see me in your words from hell
that you write for me

E ho le tue mani da lasciarmi accarezzare il cuore
immune da difese che non servono

Ma ora ho in testa il viso di qualcuno più speciale di me,
che sa cantare ma ha più stemmi da lustrare di me
...e questo è il tuo svago
Per quel che mi riguarda sei un continente obliato.
Per quel che ho visto in fondo mi è piaciuto

Don't, don't tell me. What you want from me
No, don't tell me. I don't wanna hear. Don't tell me

Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola
Riesci a scorgerti? Non ci sei più,
dopo che ti ho conosciuta

(ecco una bella canzone dei Marlene Kuntz, giusto per far vedere che non mi sono dimenticato del tutto di questo blog ;)

venerdì 1 agosto 2008

Le celebrità a cui assomiglio...


Più o meno posso dirmi soddisfatto. Solo che... Rosalind Franklin??? :P

lunedì 16 giugno 2008

Lo Svarione degli Anelli - Interviste

E se ancora non lo conoscete, di corsa qui a scaricare i primi due episodi!

mercoledì 28 maggio 2008

Sai, non capita poi tanto spesso...


E adesso che ho imparato a inserire qui i video di YouTube, chi mi ferma più? :)

lunedì 19 maggio 2008

Quarant'anni dopo...



















CANZONE DEL MAGGIO

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credervi assolti
siete lo stesso coinvolti.

Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
lasciandoci in buona fede
massacrare sui marciapiede
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le verità della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.(eh sì, c'è una canzone di De Andrè per ogni occasione :)

domenica 23 marzo 2008

Laudate hominem

Prima che finisca questo giorno di Pasqua, ecco un pensierino in tema, da uno degli album più belli che esistano (e di cui sicuramente mi ritroverò a parlare ancora in futuro :)
Ah, e buona Pasquetta!



Laudate dominum

Laudate dominum

Il potere che cercava
il nostro rumore
mentre uccideva
nel nome di un dio,
nel nome di un dio
uccideva un uomo:
nel nome di quel dio
si assolse

Poi, poi chiamò dio
poi chiamò dio
poi chiamò dio quell'uomo
e nel suo nome
nuovo nome
altri uomini,
altri, altri uomini
uccise

Non voglio pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio


Ancora una volta
abbracciamo la fede
che insegna ad avere
ad avere il diritto
al perdono, perdono
sul male commesso
nel nome di un dio
che il male non volle,
il male non volle,

finché restò uomo
uomo

Non posso pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio


Qualcuno
qualcuno
tentò di imitarlo
se non ci riuscì
fu scusato
anche lui
perdonato

Perché non s'imita

imita un dio,
un dio va temuto e lodato
lodato...

Laudate hominem
No, non devo pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio

Ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio


Laudate hominem

giovedì 13 marzo 2008

L'Aleph

Vidi il popoloso mare, vidi l'alba e la sera, vidi le moltitudini d'America, vidi un'argentea ragnatela al centro d'una nera piramide, vidi un labirinto spezzato (era Londra), vidi infiniti occhi vicini che si fissavano in me come in uno specchio, vidi tutti gli specchi del pianeta e nessuno mi rifletté, vidi in un cortile interno di via Soler le stesse mattonelle che trent'anni prima avevo viste nell'andito di una casa di via Fray Bentos, vidi grappoli, neve, tabacco, vene di metallo, vapor d'acqua, vidi convessi deserti equatoriali e ciascuno dei loro granelli di sabbia, vidi ad Inverness una donna che non dimenticherò, vidi la violenta chioma, l'altero corpo, vidi un tumore nel petto, vidi un cerchio di terra secca in un sentiero, dove prima era un albero, vidi in una casa di Adrogué un esemplare della prima versione inglese di Plinio, quella di Philemon Holland, vidi contemporaneamente ogni lettera di ogni pagina (bambino, solevo meravigliarmi del fatto che le lettere di un volume chiuso non si mescolassero e perdessero durante la notte), vidi insieme il giorno e la notte di quel giorno, vidi un tramonto a Querétaro che sembrava riflettere il colore dì una rosa nel Bengala, vidi la mia stanza da letto vuota, vidi in un gabinetto di Alkmaar un globo terracqueo posto tra due specchi che lo moltiplicano senza fine, vidi cavalli dalla criniera al vento, su una spiaggia del mar Caspio all'alba, vidi la delicata ossatura d'una mano, vidi i sopravvissuti a una battaglia in atto di mandare cartoline, vidi in una vetrina di Mirzapur un mazzo di carte spagnolo, vidi le ombre oblique di alcune felci sul pavimento di una serra, vidi tigri, stantuffi, bisonti, mareggiate ed eserciti, vidi tutte le formiche che esistono sulla terra, vidi un astrolabio persiano, vidi in un cassetto della scrivania (e la calligrafia mi fece tremare) lettere impudiche, incredibili, precise, che Beatriz aveva dirette a Carlos Argentino, vidi un'adorata tomba alla Chacarita, vidi il resto atroce di quanto deliziosamente era stata Beatriz Viterbo, vidi la circolazione del mio oscuro sangue, vidi il meccanismo dell'amore e la modificazione della morte, vidi l'Aleph, da tutti i punti, vidi nell'Aleph la terra e nella terra di nuovo l'Aleph e nell'Aleph la terra, vidi il mio volto e le mie viscere, vidi il tuo volto, e provai vertigine e piansi, perché i miei occhi avevano visto l'oggetto segreto e supposto, il cui nome usurpano gli uomini, ma che nessun uomo ha contemplato: l'inconcepibile universo.
Jorge Luis Borges

lunedì 10 marzo 2008

Uno!

E lo so che è uscito mesi fa, ma io l'ho scoperto solo ora. Finora conoscevo solo qualche canzone dei Marlene Kuntz, prima tra tutte la meravigliosa "La canzone che scrivo per te". Così, quando qualche giorno fa scartabellavo nel negozio di dischi per trovare qualcosa per inframmezzare tra un ascolto e l'altro dei Baustelle, ho scelto questo loro ultimo disco.
E, accidenti, non potevo cascare meglio!
Ad un primo ascolto mi hanno colpito i primi brani: Canto e, soprattutto, Musa. Poi, ascolto dopo ascolto, sono emerse anche Fantasmi, La ballata dell'ignavo... e ora devo dire che non ce n'è una che trovo brutta! Ciascuna ha almeno una frase o una melodia che si adatta perfettamente ai miei gusti.
Credo proprio che seguirà un bel post di citazioni cumulative :)

sabato 1 marzo 2008

I doni della morte

E alla fine è finita!
Peccato, perché il mondo e i personaggi della Rowling erano diventati libro dopo libro sempre più tridimensionali e mi ci ero affezionato.
Finisce comunque nel modo migliore, ovvero con un buon finale in cui tante cose apparse nella saga vanno al loro posto con coerenza.
Mi ha lasciato un po' stranito il fatto che il libro abbia una struttura del tutto diversa dagli altri (non le solite vicende dell'anno scolastico, ma un viaggio avventuroso), ma ci sta bene: la dimensione della storia, così come i personaggi, è cresciuta con gli anni, e se per esempio nel secondo libro il basilisco riusciva a non uccidere nessuno, ora le sofferenze, le ferite e i morti sono numerosi. Si scopre in che anno siamo (nel 1997, ed Harry è nato nel 1980!) e persino il cugino Dudley acquista aspetti interessanti.
Bella la conclusione in stazione, che lascia aperte possibilità per nuove storie future, nonostante l'autrice per ora neghi.

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.

E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto

Nazim Hikmet

(lo so che questa poesia c'è su metà dei blog della rete, ma non poteva mancare anche nel mio... e poi non ho mai detto di essere originale! ;)

domenica 17 febbraio 2008

Di sfide e del conseguimento della disciplina

Esistono libri che hanno la fama di mattoni incredibili. Libri che tanti etichettano come pesanti, incomprensibili, interminabili, noiosi... e che però in pochi hanno letto davvero. Per esempio, che ne so, la Ricerca del Tempo Perduto di Proust e l'Ulisse di Joyce.

Ecco, visto che a me piacciono le sfide, e soprattutto mi piace incominciare nuovi libri, a metà dicembre mi sono messo in testa di leggermi la Ricerca. E ho trovato che non è per nulla pesante o incomprensibile, ma anzi offre una lettura piacevole e piena di riflessioni stimolanti. Però è vero che è interminabile: 5000 pagine, almeno nell'edizione che ho io! Ma non mi spavento: ne leggo un po' per volta, intervallandola con altre letture, e prima o poi arriverò in fondo, tanto nessuno mi corre dietro. Per ora dopo due mesi sono a pagina 250. Per dire.

Poi però, qualche giorno fa, incappo su aNobii in un gruppo di lettura sull'Ulisse di Joyce. Ecco un'altra sfida, mi son detto, e contento di avere tanti compagni di avventura mi sono iscritto al gruppo. E comincio anche questa lettura: questo non è così interminabile (740 pagine, sì, ma in confronto alle 5000 di prima sono una bazzecola), però effettivamente è piuttosto impegnativo, anche se dopo le difficoltà del primo impatto ci si fa l'abitudine allo stile di Joyce, dove si mescolano senza soluzione di continuità descrizioni del narratore, dialoghi e pensieri del protagonista. E il protagonista mi sta proprio simpatico, per di più.

Il problema è che stavolta mi corrono dietro! Questo è il mio primo scontro con i gruppi di lettura: io sono sempre stato un lettore del tutto indisciplinato, capace di incominciare un libro dopo l'altro per poi portarne a termine un paio e abbandonarne altri sei... La disciplina di un gruppo è una cosa nuova per me, e richiede che ogni settimana si portino a termine tot pagine, in modo che tutti quanti si proceda di pari passo e si commenti insieme.

E' dura seguire queste regole, però è un esercizio che trovo molto utile. Ho bisogno di imparare a proseguire quello che inizio fino a portarlo a termine in tempi relativamente brevi, invece di trascinare le cose per mesi e mesi per poi abbandonarle.
Se l'Ulisse mi aiuterà a ottenere questo risultato, poi cercherò di applicarlo anche alla Ricerca, e poi chissà... magari anche in altri campi più importanti :)

domenica 10 febbraio 2008

Perché non possiamo essere Cristiani

L'argomento è molto interessante ed è trattato in modo avvincente e accessibile a tutti. Peccato solo che Odifreddi sia decisamente (e dichiaratamente) schierato e si avvicini all'argomento con i giudizi sprezzanti e le certezze intaccabili del partigiano invece che con la prudenza che ci si aspetterebbe da uno scienziato...
Sono rimasto colpito soprattutto dall'ultimo capitolo, in cui si analizzano i concili e i dogmi (con relativi anatemi e scomuniche) proclamati negli ultimi duemila anni e si vede come le fondamenta che li legano ai quattro vangeli siano fragili fragili, mentre invece sono zeppi di riferimenti a concetti della filosofia greca che difficilmente erano nelle corde di Gesù e degli apostoli...
Di argomento simile, ho preferito il libro di Augias e Pesce "Inchiesta su Gesù Cristo", più equilibrato e approfondito, anche se ovviamente parla solo di Gesù mentre Odifreddi spazia dalla creazione a Ratzinger.
Bella la citazione di Marco Aurelio che chiude il libro:
"Tutto ciò che è in armonia con te, o Universo, lo è pure con me"

venerdì 8 febbraio 2008

Rivoluzioni e vena artistica

Il liberismo ha i giorni contati

E’ difficile
resistere al Mercato, amore mio.
Di conseguenza andiamo in cerca di

rivoluzioni e vena artistica.
Per questo le avanguardie erano ok,
almeno fino al ’66.
Ma ormai
la fine va da sé.
E’ inevitabile.

Anna pensa di
soccombere al Mercato. Non lo sa
perché si è laureata. Anni fa
credeva nella lotta, adesso sta
paralizzata in strada. Finge di
essere morta. Scrive con lo spray
sui muri che la catastrofe
è inevitabile.

Vede la Fine.
In metropolitana.
Nella puttana
che le si siede a fianco.
Nel tizio stanco.
Nella sua borsa di Dior.

Legge la Fine.
Nei sacchi dei cinesi.
Nei giorni spesi
al centro commerciale.
Nel sesso orale.
Nel suo non eccitarla più.

Vede la Fine in me che vendo
dischi in questo modo orrendo.
Vede i titoli di coda nella Casa e nella Libertà.

E’ difficile
resistere al Mercato, Anna lo sa.
Un tempo aveva un sogno stupido:
un nucleo armato terroristico.
Adesso è un corpo fragile che sa
d’essere morto e sogna l’Africa.
Strafatta, compone poesie
sulla Catastrofe.

Vede la Fine.
In metropolitana.
Nella puttana
che le si siede a fianco.
Nel tizio stanco.
Nella sua borsa di Dior.

Muore il Mercato.
Per autoconsunzione.
Non è peccato.
E non è Marx & Engels.
E’ l’estinzione.
E’ un ragazzino in agonia.

Vede la Fine in me che spendo
soldi e tempo in un Nintendo
dentro il bar della stazione
e da anni non la chiamo più.

giovedì 7 febbraio 2008

Amen

Voi non sapete da quanto aspettavo che uscisse questo album. Più o meno da quando avevo finito per imparare a memoria i tre album precedenti dei Baustelle, a forza di ascoltarli a ciclo continuo...
E ora da domenica mattina ascolto in continuazione questo Amen. E ad ogni ascolto mi sembra più bello della volta prima. E ogni volta scelgo un nuovo brano come mio preferito. E mi accorgo che non ce n'è uno che sia meno che bellissimo...
Mah, volevo esordire sul blog con un misurato pezzo di critica musicale, e invece ammetto che coi Baustelle non riesco a essere critico in nessun modo, ma solo ad ascoltare e adorare sopraffatto dall'estasi... ;-)
Spero che l'album sia un successone (qui da me per esempio, sabato era già esaurito nei negozi e ho dovuto attendere il giorno dopo per trovarlo sugli scaffali di un ipermercato), così finalmente non sarò più l'unica persona che conosco a conoscerli :-)

mercoledì 6 febbraio 2008

E si comincia...

Finalmente trovo il tempo, la voglia, il coraggio di iniziare questo blog. Ora devo solo trovare il tempo, la voglia, il coraggio di scriverci regolarmente. Non sono gli argomenti a mancare, ma l'attitudine a tradurli in parole comprensibili. Beh, d'altronde, ripensandoci... chi ha detto che le parole devono essere comprensibili?

Ok, cominciamo a riordinare il caos per il prossimo messaggio...

Ah, dimenticavo, benvenuti a tutti!