domenica 23 marzo 2008

Laudate hominem

Prima che finisca questo giorno di Pasqua, ecco un pensierino in tema, da uno degli album più belli che esistano (e di cui sicuramente mi ritroverò a parlare ancora in futuro :)
Ah, e buona Pasquetta!



Laudate dominum

Laudate dominum

Il potere che cercava
il nostro rumore
mentre uccideva
nel nome di un dio,
nel nome di un dio
uccideva un uomo:
nel nome di quel dio
si assolse

Poi, poi chiamò dio
poi chiamò dio
poi chiamò dio quell'uomo
e nel suo nome
nuovo nome
altri uomini,
altri, altri uomini
uccise

Non voglio pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio


Ancora una volta
abbracciamo la fede
che insegna ad avere
ad avere il diritto
al perdono, perdono
sul male commesso
nel nome di un dio
che il male non volle,
il male non volle,

finché restò uomo
uomo

Non posso pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio


Qualcuno
qualcuno
tentò di imitarlo
se non ci riuscì
fu scusato
anche lui
perdonato

Perché non s'imita

imita un dio,
un dio va temuto e lodato
lodato...

Laudate hominem
No, non devo pensarti figlio di Dio
ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio

Ma figlio dell'uomo,
fratello anche mio


Laudate hominem

giovedì 13 marzo 2008

L'Aleph

Vidi il popoloso mare, vidi l'alba e la sera, vidi le moltitudini d'America, vidi un'argentea ragnatela al centro d'una nera piramide, vidi un labirinto spezzato (era Londra), vidi infiniti occhi vicini che si fissavano in me come in uno specchio, vidi tutti gli specchi del pianeta e nessuno mi rifletté, vidi in un cortile interno di via Soler le stesse mattonelle che trent'anni prima avevo viste nell'andito di una casa di via Fray Bentos, vidi grappoli, neve, tabacco, vene di metallo, vapor d'acqua, vidi convessi deserti equatoriali e ciascuno dei loro granelli di sabbia, vidi ad Inverness una donna che non dimenticherò, vidi la violenta chioma, l'altero corpo, vidi un tumore nel petto, vidi un cerchio di terra secca in un sentiero, dove prima era un albero, vidi in una casa di Adrogué un esemplare della prima versione inglese di Plinio, quella di Philemon Holland, vidi contemporaneamente ogni lettera di ogni pagina (bambino, solevo meravigliarmi del fatto che le lettere di un volume chiuso non si mescolassero e perdessero durante la notte), vidi insieme il giorno e la notte di quel giorno, vidi un tramonto a Querétaro che sembrava riflettere il colore dì una rosa nel Bengala, vidi la mia stanza da letto vuota, vidi in un gabinetto di Alkmaar un globo terracqueo posto tra due specchi che lo moltiplicano senza fine, vidi cavalli dalla criniera al vento, su una spiaggia del mar Caspio all'alba, vidi la delicata ossatura d'una mano, vidi i sopravvissuti a una battaglia in atto di mandare cartoline, vidi in una vetrina di Mirzapur un mazzo di carte spagnolo, vidi le ombre oblique di alcune felci sul pavimento di una serra, vidi tigri, stantuffi, bisonti, mareggiate ed eserciti, vidi tutte le formiche che esistono sulla terra, vidi un astrolabio persiano, vidi in un cassetto della scrivania (e la calligrafia mi fece tremare) lettere impudiche, incredibili, precise, che Beatriz aveva dirette a Carlos Argentino, vidi un'adorata tomba alla Chacarita, vidi il resto atroce di quanto deliziosamente era stata Beatriz Viterbo, vidi la circolazione del mio oscuro sangue, vidi il meccanismo dell'amore e la modificazione della morte, vidi l'Aleph, da tutti i punti, vidi nell'Aleph la terra e nella terra di nuovo l'Aleph e nell'Aleph la terra, vidi il mio volto e le mie viscere, vidi il tuo volto, e provai vertigine e piansi, perché i miei occhi avevano visto l'oggetto segreto e supposto, il cui nome usurpano gli uomini, ma che nessun uomo ha contemplato: l'inconcepibile universo.
Jorge Luis Borges

lunedì 10 marzo 2008

Uno!

E lo so che è uscito mesi fa, ma io l'ho scoperto solo ora. Finora conoscevo solo qualche canzone dei Marlene Kuntz, prima tra tutte la meravigliosa "La canzone che scrivo per te". Così, quando qualche giorno fa scartabellavo nel negozio di dischi per trovare qualcosa per inframmezzare tra un ascolto e l'altro dei Baustelle, ho scelto questo loro ultimo disco.
E, accidenti, non potevo cascare meglio!
Ad un primo ascolto mi hanno colpito i primi brani: Canto e, soprattutto, Musa. Poi, ascolto dopo ascolto, sono emerse anche Fantasmi, La ballata dell'ignavo... e ora devo dire che non ce n'è una che trovo brutta! Ciascuna ha almeno una frase o una melodia che si adatta perfettamente ai miei gusti.
Credo proprio che seguirà un bel post di citazioni cumulative :)

sabato 1 marzo 2008

I doni della morte

E alla fine è finita!
Peccato, perché il mondo e i personaggi della Rowling erano diventati libro dopo libro sempre più tridimensionali e mi ci ero affezionato.
Finisce comunque nel modo migliore, ovvero con un buon finale in cui tante cose apparse nella saga vanno al loro posto con coerenza.
Mi ha lasciato un po' stranito il fatto che il libro abbia una struttura del tutto diversa dagli altri (non le solite vicende dell'anno scolastico, ma un viaggio avventuroso), ma ci sta bene: la dimensione della storia, così come i personaggi, è cresciuta con gli anni, e se per esempio nel secondo libro il basilisco riusciva a non uccidere nessuno, ora le sofferenze, le ferite e i morti sono numerosi. Si scopre in che anno siamo (nel 1997, ed Harry è nato nel 1980!) e persino il cugino Dudley acquista aspetti interessanti.
Bella la conclusione in stazione, che lascia aperte possibilità per nuove storie future, nonostante l'autrice per ora neghi.

Il più bello dei mari

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.

E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto

Nazim Hikmet

(lo so che questa poesia c'è su metà dei blog della rete, ma non poteva mancare anche nel mio... e poi non ho mai detto di essere originale! ;)